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L’Aromatario: un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione

L’Aromatario: un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione

Siamo a Neive, piccolo e meraviglioso borgo medievale delle Langhe dove storia, tradizione, cucina e vino, ma anche innovazione, si fondono alla perfezione. I ristoranti infatti mantengono salda la tradizione gastronomica piemontese seppur con qualche tocco di modernità. Neive è territorio di produzione di grandi vini piemontesi, primo su tutti il Barbaresco DOCG, prodotto da Nebbiolo in purezza e meno austero del “vicino” Barolo.

Per questa mia gita langarola ho deciso di fermarmi a mangiare all’ “Aromatario”, grazioso e raffinato ristorante-enoteca nel centro del paese con la possibilità, volendo, di dormire in quanto dispongono di alcune camere.

La location è di impatto perché l’edificio è completamente ricoperto da un rampicante che in autunno assume suggestive sfumature rosso-arancioni e d’estate si colora di un brillante verde. Il ristorante si trova in una piazzetta affacciata su una distesa sconfinata di colline con vigneti e noccioleti.

L’interno è caratteristico con salette rivestite di mattoncini, tipici in quella zona, e una sala con le pareti ricoperte da scaffali di bottiglie di vini: si spazia dai grandi vini piemontesi ad una bellissima selezione di Champagne e spumanti piemontesi fino ad arrivare ad una interessante scelta di vini fermi esteri… per una appassionata di vino e sommelier come me…un vero paradiso!  

È presente, inoltre, una bella veranda luminosa che si affaccia sulla piazza e, durante la bella stagione, è possibile mangiare fuori ed ammirare la vista sulle colline.

Ma veniamo ai piatti. Qui, tradizione e innovazione si fondono in un equilibrio perfetto.

Non potevo non ordinare un must della cucina regionale ossia la carne cruda di fassona piemontese proposta in tre consistenze: la tradizionale battuta al coltello, in cubo e all’albese. Tutte e tre le versioni sono accompagnate da un giro di salsa al tuorlo d’uovo, indivia riccia e fiori e vinaigrette al limone. Veramente squisito!

A seguire ho assaggiato altri piatti tipici piemontesi. Su tutti, il tonno di coniglio: preparazione antica nata dall’esigenza di conservare il coniglio quando non esistevano ancora i frigoriferi. Il coniglio viene cotto con aromi e conservato sott’olio proprio come si fa con il tonno. Il coniglio era molto morbido e delicato, presentato sopra un letto di agretti ed insaporito da un’intrigante polvere di olive taggiasche.

Altro piatto è stato un altro “classicone” piemontese: il vitello tonnato. Una carne rosa e tenera con una salsa tonnata leggermente più densa del solito e presentata come una pallina di gelato al centro del piatto. Davvero ottimo!

Non ho saputo resistere, inoltre, alla tentazione di un brasato al Barbaresco con un meraviglioso purè e verdure di stagione spadellate: carne tenerissima e davvero succulenta.

Dulcis in fundo, il bunet (o bonet). Il tradizionale budino al cacao ed amaretti, cotta in forno a bagnomaria. Delizioso!

Ad accompagnarmi in questo percorso di piatti ho scelto un Barbaresco DOCG della cantina Fontana Bianca annata 2019. La cantina, del territorio neivese, è a conduzione famigliare. La vinificazione di questo Barbaresco avviene in acciaio. In seguito, il vino sosta in botti grandi e barriques per circa 12/15 mesi. Di colore rosso porpora con leggere sfumature granate si apre su nuance fruttate di prugna ed amarena per poi evolvere su note speziate. Al sorso è caldo, elegante e armonico. I tannini sono presenti ma non invadenti. Il finale è ricco, lungo e persistente.

Oltre alla qualità dei piatti ho apprezzato molto il servizio, con un personale giovane, gentile e preparato.

Dopo aver visitato Neive, Grinzane Cavour merita sicuramente una tappa con il suo maestoso castello, nel quale è possibile visitare il Museo delle Langhe: interessantissimo percorso nella storia del territorio tra cucina, vino e non solo. All’interno del castello è presente anche l’Enoteca Regionale dove si può acquistare buon vino.

Consigliatissima è la rilassante passeggiata tra i vigneti intorno al castello con un percorso didattico sulla coltivazione della vite e dei vitigni locali. Una sorta di museo a cielo aperto, molto interessante ed esaustivo. Piacevoli le tavole con i disegni della potatura, della cura della vigna e dei grappoli.

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