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Le Trabe: uno scrigno di passione e nuove idee

Le Trabe: uno scrigno di passione e nuove idee

Se la classe non è acqua, a Le Trabe la peculiarità della classe, eleganza e innovazione sta nell’acqua e nel vino.

“Acqua” perché la cascata e il ruscello fanno da sfondo scenografico ad una location incantevole. Ma non solo. Proprio l’acqua ha consentito a Le Trabe di ricevere il riconoscimento della stella verde Michelin, oltre a possedere già dal 2012 la tradizionale stella Michelin. L’ecosostenibilità de Le Trabe si palesa proprio per la fonte d’acqua che crea energia per l’intera struttura. Una centrale idroelettrica fa da motore per energia pulita all’intera tenuta Capodifiume.

I Fratelli Chiacchiaro rilevarono la tenuta nel lontano 1990, sostanzialmente in stato paludoso. Dieci anni dopo iniziarono i lavori. Oggi ci regalano una struttura che guarda al futuro (con pochi rivali!). Quella visione oggi continua riportando alla luce un tesoro: la nuova cantina. Per i monaci era il mulino. Oggi è lo scrigno per circa 800 pregiate etichette di vino, l’altra parola chiave di questo nostro resoconto esperienziale.

Simone Monzillo, giovane sommelier e maître di sala, già vincitore del premio “Migliore emergente sala centro sud” edizione 2022, ci raccontava che proprio dalla nuova cantina l’ospite, oltre a degustare bollicine e un aperitivo di benvenuto, potrà scegliere il menu e farsi consigliare sul vino da abbinare. L’ospite potrà infatti aprire letteralmente i cassetti che custodiscono le bottiglie, tenute ad una temperatura tra i 12/14 gradi e in umidità tra 65/75%. Condizione climatica ottenuta senza l’ausilio di sistemi di refrigerazione. Questo grazie alla operosità dei monaci benedettini. 

La serata di inaugurazione della cantina è stata impreziosita dalla presenza di più ristoranti del calibro di Masseria Calderisi di Fasano con lo chef Pietro Sgaramella, Villa Eleonora di Capaccio-Paestum con lo chef Mario Marra, Le Sirenuse di Positano con lo chef Gennaro Russo! Gli chef ci hanno deliziato con delle creazioni tra le quali ci piace ricordare le “Cialledda”, “Babà al basilico con ricciola affumicata, cremoso al caprino, piselli e semi croccanti”, “Gamberi, Arancia e Burrata”.

L’executive chef Rispo ci ha, invece, deliziati con i mini cubotti di crudo, frittatine di polenta, di alici e le classiche. A malincuore, siamo dovuti andare via sul più bello: il primo dello chef. Questo ci impone (per nostra fortuna!) di ritornare per riprendere il “discorso” e portarlo a termine. A presto rivederci.

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