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Il Mulino della Signora: le emozioni del Prof. Testa

Il Mulino della Signora: le emozioni del Prof. Testa

Non pensate di trovarvi “semplicemente” un ristorante raffinato con un panorama “distensivo”, un casolare dai dettagli moderni, pietre, ulivi secolari, piante, fiori … Vi basterà dialogare per qualche istante con il dott. Gianfranco Testa, patron, per immergervi nelle emozioni, trasmesse dalle sue parole, con riferimenti alla natura, al territorio, al passato, ai progetti futuri. Si! Trattasi di vere emozioni che in realtà partono da quelle per il gusto: un percorso enogastronomico, di eccellenza, legato al territorio ossia all’Irpinia, alla cui guida il giovane, ma di lunga esperienza, Chef Antonio Guacci (accompagnato in cucina dagli Chef Christian Altruda e Antonio Guacci jr.).

Proprio lo staff della cucina de “Il Mulino della Signora”, ha rappresentato la cucina campana in “Casa Sanremo”, evento collaterale al 69° Festival della Canzone Italiana di Sanremo.

Piccole stradine, palazzi storici e l’odore di campagna accompagnano i visitatori verso il Mulino della Signora (dal nome proprio della zona dove è ubicata la proprietà Testa) di Sturno (AV), contrada Sterparo. All’ingresso un imponente tronco di ulivo ti invita ad entrare in un luogo in cui il tempo si ferma, anzi, tutto si ferma, per lasciar “camminare” solo odori e sapori. Al termine della giornata davvero hai avuto la sensazione di esserti lasciato andare in un “mood ispirativo” per le tue scelte future. Con questo non si vuole ingannare il lettore e non si vuole esagerare. Trattasi solo di trasmettere una esperienza dal carattere “semplice” ma allo stesso tempo dalle sfumature molto “articolate”.

Certamente non ci si può non soffermare sul “percorso enogastronomico”. Scelta di prodotti del territorio e di ricette della tradizione, rivisitate ma non stravolte. Abbellite ma non oltremodo edulcorate da ingredienti poco rispettosi dei valori irpini e, più in generale, di questo nostro meridione, della nostra terra campana. Ecco che ritorna, proprio nel menu, il tema della “semplicità” seppur “articolata”. Ossimori di sapori che non deludono i palati abituati alla tradizione culinaria. Risalta, per gusto e per vista, il piatto che rappresenta di più le emozioni dell’intera giornata trascorsa presso “Il Mulino della Signora”: il “baccalà mantecato al latte, crema di zucca piccante, guanciale croccante e cips di patate”. Lo Chef Antonio Guacci evidentemente racchiude in questo piatto tutta la sua esperienza e il suo essere (solo anagraficamente) giovane. Ma in questo piatto c’è di più: il colore è indiscutibile. Il sapore lo è ancora di più. Un’esplosione di sensazioni, tutte piacevoli, e tutte diversificate. In questo piatto c’è la raffinatezza, ma anche un guizzo di briosità che si riscontra certamente nelle parole dello Chef, ma anche nelle storie e nelle battute del Patron Gianfranco Testa. La tradizione viene rispettata con il “mallone sciatizzo servito con pittone”, come pure è di ispirazione tradizionale il “risotto vialone nano, con porcini, tartufo e polvere di nocciole”. Ancora: la “pasta e patate con lardo irpino, noce moscata e polvere di capperi”. In questo piatto il tubero più famoso al mondo è servito anche sotto forma di sottilissimi bastoncini fritti, “fendendo”, in tal modo, la tipica “pasta e patate”. Ma richiede particolare attenzione lo “spaghettone cacio e pepe con stracotto alla genovese con cipolla ramata di montoro e pesto di carote”: anche qui i gusti e le consistenze oltre a rappresentare questo carattere “spinto” e “azzardevole” dello Chef, rimandano ad un’esperienza nuova, in un luogo della tradizione quale è “Il Mulino della Signora”. Se l’“agnello in crosta di mandorle, ciambotta irpina, spinaci al salto e blu di pecora” stupisce gli occhi ed il palato, il “maialino in crosta di pancetta, bietole da costa, patate al timo e pera” lascia senza parole… anzi: dolcezza, sapidità, croccantezza, cremosità ecc. ecc. ecc. Non si può terminare un percorso di gusto se non con i dessert. Merita particolare attenzione, tra gli altri, la “torta caprese in crosta di nocciole, salsa all’arancia e menta”.

Il menù è rigorosamente contraddistinto dall’utilizzo, nei piatti, dell’olio prodotto dal dott. Gianfranco Testa. Il “ravece” e il “papaloia”, vera essenza e ragione di essere de “Il Mulino della Signora”.

Uno “staff di sala” di tutto rispetto: elegante e oltremodo al servizio dell’avventore. A gestire amabilmente la sala il simpatico, ma attento e fine, Lucio Cammisa.

A chiudere la giornata, oltre alla visita a tutta la tenuta, tra alberi da frutto, il “grande vecchio” (plurisecolare ulivo), piscina, orto (a centimetro zero), è necessario seguire il dott. Testa nel suo mondo. Ti fa entrare nella sua “seconda sala operatoria”: qui racconta, attraverso i suoi prodotti, tutta la storia legata a “Il Mulino della Signora”; te la fa “degustare” e toccare con mano. Questa storia fatta, certamente, di semplicità, ma anche di eccellenza (il suo olio ne è testimone perfetto), di cura dei particolari, di esclusività e di testimonianze del passato. Una storia fatta di passione e di sacrifici dalla quale traspare forte l’attaccamento alle radici e al territorio. Un racconto, quindi, che racchiude tante emozioni che Gianfranco Testa trasmette a chi lo ascolta. E chi lo ascolta ne rimane certamente affascinato.

IL MULINO DELLA SIGNORA – Luxury Country House
Contrada Sterparo – Sturno (AV)
Contatti: +39 0825 43 72 07 – +39 335 52 36 175 – info@ilmulinodellasignora.it

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