LA COSTA, dove vino e solidarietà si incontrano

a cura di Chiara Trò

Durante il mio viaggio nel vicentino, ho deciso di soggiornare presso “La Costa” Fattoria sociale a Sarcedo, non lontano da Breganze e situato alle pendici dell’altopiano di Asiago.  

Questo territorio è vocato per la produzione di vini a base di Vespaiola, vitigno autoctono a bacca bianca. Il curioso nome deriva dal fatto che le vespe, in periodo di vendemmia, sono attratte dagli acini particolarmente zuccherini.

La Costa, oltre a produrre vini, è anche agriturismo e fattoria sociale e dispone di alcune camere dove poter soggiornare.

Fattoria sociale significa l’unione della produzione di vini e prodotti di qualità con l’inserimento di persone diversamente abili o provenienti da situazioni svantaggiate. Infatti, come loro scrivono sul loro sito web, “l’agricoltura è sempre stata un’attività accogliente nella quale ognuno può trovare un ruolo e finalmente essere riconosciuto per ciò che fa e non per ciò che è o è stato” permettendo quindi a queste persone un riscatto sociale, personale e lavorativo.

Esempio di questa bellissima collaborazione sono le etichette dei loro vini che vengono dipinte una ad una a mano… ogni bottiglia quindi sarà diversa dall’altra.   

Verso sera, dopo una piacevolissima passeggiata nei vigneti, ho potuto degustare i loro vini in abbinamento a formaggi e salumi veneti. Il ricco tagliere prevedeva: sopressa veneta, speck, pancetta affumicata e porchetta. La selezione di formaggi era composta da formaggio ubriaco, un tipico formaggio veneto affinato nelle vinacce, Asiago dolce e “Vento d’estate” un particolare formaggio a pasta dura del trevigiano affinato in mezzo al fieno all’interno di barrique di rovere per alcuni mesi. Il tutto è stato accompagnato con una mostarda con pezzi di mela e una salsa zingara ai peperoni.

Il primo assaggio è stato un fresco e ottimo Vespaiolo metodo charmat lungo.  Di colore giallo paglierino, si apre su note fresche di mela e sambuco. Il sorso è pulito, piacevole e fresco caratterizzato da una nota sapida derivante dai suoli vulcanici dei vigneti.

La degustazione successiva l’ho dedicata alla loro novità: “Petinat” spumante rosè a base di Groppello e Marzemino. Si presenta con un bellissimo rosa cipria ed un forte profumo di fragolina.

Dopo l’assaggio degli spumanti sono passata alla degustazione delle due versioni ferme di Vespaiola.

Il primo è ottenuto dal vitigno principe della zona: Vespaiola in purezza con un affinamento solo in acciaio. Di colore giallo paglierino, al naso esprime profumi fruttati e floreali di sambuco per chiudere su note agrumate.  Il sorso è fresco, leggermente sapido e chiude su una nota leggermente ammandorlata.

L’ultimo calice è stato il “Belmonte”: 100% Vespaiola ma in questo caso il vino affina per 12 mesi in botti di legno di acacia da 500 litri. A differenza del precedente, si caratterizza per un colore leggermente più carico e da sentori più strutturati e speziati. Il sorso è comunque fresco e minerale.

La zona di Breganze è stata una piacevolissima riscoperta. Sapori autentici e una coltivazione della vite ancora genuina e non intensiva rendono questo territorio affascinante e meritevole di una visita per gli amanti di terre ancora legate alle tradizioni.

Nonna Maria: un eredità che va custodita.

a cura di Fabio Formato

Siamo a Termoli per goderci le ultime giornate di sole prima che l’autunno abbracci le spiagge con venti e mare grosso.
Sul corso principale, nei pressi del centro storico, vari e variegati sono i ristoranti di alcuni dei quali ne abbiamo già parlato in altri articoli.
Il sabato sera passiamo da “Nonna Maria”.

“Nonna Maria” sala


Nonna Maria può definirsi un luogo del cuore. Proprio la signora Maria, di questo locale ne faceva la sua casa dove accoglieva proprio coloro che oggi custodiscono questo luogo.
Ci accolgono i due Antonio, collaboratori del ristorante, i quali con il loro brio riescono ad essere onnipresenti su tutti i tavoli.
La location, con muri in pietra e colori caldi, ci accoglie come in quelle osterie di un tempo: suoni e tipici profumi di cucina che ti avvolgono preparandoti, se mai ce ne fosse bisogno, al pasto.

Tagliolino ai frutti di mare


Incontriamo Rocco, proprietario e pescatore di lungo corso, il quale con orgoglio ci descrive le diverse tecniche di pesca che le sue barche utilizzano solcando i mari di mezza Europa per garantire in primis al “Nonna Maria” una qualità della materia prima di assoluta eccellenza.

Gnocchetti alla termolese

Poi c’è l’attenta signora Giuliana, che di nonna Maria ha raccolto l’eredità, le ricette e la passione per la cucina termolese. Rocco e Giuliana trasmettono una grande emozione per quello che fanno. Entrambi potrebbero godersi la pensione ma sono lì perché la loro vita e il loro mondo sono “Nonna Maria”.

La frittura


Arriva Azzurra, figlia di Rocco e Giuliana, che si gode le vacanze in famiglia, prima di rientrare in Inghilterra, per raccogliere le nostre richieste. Come sempre ci affidiamo alle loro mani per assaporare le migliori portate del ristorante.


Ed eccole che arrivano: un tagliolino all’uovo con frutti di mare (delicato e gustoso); lo gnocchetto alla termolese che ci rapisce i sensi lasciando la pirofila limpida. Infine, Rocco gioca il jolly: la frittura. Il pesce è assolutamente delizioso, ottima consistenza (i merluzzetti che ve lo diciamo a fare): insomma una frittura Top!

Con i due Antonio e Azzurra


Le sorprese però non finiscono qui: le Ghiottine Tiziana e Stefania ci hanno fatto preparare una torta per festeggiare i nostri compleanni. La torta scelta da Giuliana e Rocco ad una pasticceria termolese è davvero deliziosa.
Concludiamo con un consiglio per il “Nonna Maria”: continuate a custodire questo patrimonio culturale e umano, non lasciatelo andare via. La Nonna Maria, quando nel 1981 lasciò la sua casa per far nascere il ristorante ne fu entusiasta. Dopo quarant’anni crediamo che lo sia ancora.
A presto vederci!

Con Giuliana e Rocco