CRISALIDE: ricerca e tradizione.

Eccoci di ritorno nella città delle streghe. Oggi siamo andati alla scoperta della Benevento che ci piace, la città che guarda al futuro che osa, che prova a venir fuori dal torpore.
Siamo stati al ristorante Crisalide.

Crisalide è una chicca, un’idea nuova. E’ voglia di emergere dalle “paludi” della ristorazione nostrana.

In questo percorso ci sono da menzionare tre protagonisti: la proprietà che lo ha voluto fortemente nonostante considerato un concetto un po’ troppo “azzardato”; al personale di sala, guidato ottimamente da Damiano Possemato; immancabile, lo Chef Angelo Limone (di formazione pluriennale, tra cui va certamente menzionato lo chef stellato Paolo Barale).

Angelo è estroso e intraprendente. Con orgoglio tiene ad evidenziare che, nonostante il locale fosse aperto da soli pochi mesi e con la consapevolezza che il migliorarsi è un’azione quotidiana, si è svolto già un ottimo lavoro. I suoi occhi brillano di entusiasmo spiccato nonostante la stanchezza di un’intera giornata di lavoro inizia a farsi sentire.

Entrando, una cantina a vista che si staglia su di un ambiente elegante con colori delicati ma caldi. Tavoli in legno e ampie vetrate si affacciano su un giardino adiacente al ristorante.

La cucina è silenziosa ma veloce (forse un po’ troppo): le pietanze vengono ben presentate e il sommelier le abbina alla perfezione.

Per i piatti segnaliamo in particolare:
Tortelli ripieni di manteca montellese, burro nocciola, broccoli in doppia consistenza e colatura di alici.
Agnello in tre cotture dei tre tagli, zabaione salato e carciofo
Pluma iberica con rapa rossa , mandarino cinese dry , agretti al naturale ed emulsione di ostrica.
Nuvola di tiramisù, pandispagna al vapore e salsa al caffè.
Macarons, namelaka al cioccolato, blu di bufala e grappa al peperoncino.

Crisalide ha un altra particolarità apprezzabilissima: la carta delle acque minerali. Si, avete letto bene! Nel locale beneventano si ha la possibilità di abbinare l’acqua con la pietanza giusta. Questa “chicca” è da considerarsi una autentica novità per la ristorazione locale di un livello medio-alto a cui molti ristoratori si stanno ispirando. Il Ghiottone Fabio, sommelier delle acque, ne è rimasto entusiasta.

Al termine del percorso, possiamo affermare che Crisalide è sperimentazione, coraggio e novità.

Ringraziamo Damiano per averci fatto degustare delle autentiche chicche di fine pasto.

Torneremo? Si !!! Anche perché c’è il nuovo menu, spoilerato dallo chef Angelo Limone. Noi stiamo zitti e buoni

L’Osteria H2O – La cucina d’istinto che nasce dalla purezza dell’acqua

Ci troviamo a Moniga sulle sponde del lago di Garda. L’Osteria H2O è una location molto ricercata ed elegante. Racchiude al suo interno elementi distintivi che evidenziano lo spirito artistico del suo Patron Chef Saulo Della Valle il quale, accogliendoci con gentilezza e cordialità, tiene anche a specificare che la sua cucina segue una propria visione che anche eventuali critiche non gliela farebbero cambiare.

Cominciata l’esperienza, il primo pensiero rimanda ad una idea quantomeno inusuale. Ma, entrati a pieno nella cena, si percepisce chiara l’idea di “cucina d’istinto” dei tre chef dell’osteria H2O. Esattamente 3 chef perché, oltre ai due fratelli Saulo e Francesco Della Valle, si unisce un terzo chef: i tre fondono le proprie esperienze e tradizioni per creare i piatti del menu dell’osteria.

La sala essenziale e al contempo elegante, si differenzia dall’esterno più classico. Elementi architettonici e opere d’arte fanno il resto e rendono accogliente, calda e piacevole l’esperienza H2O.

Abbiamo optato per quattro menu degustazione, cominciando con un aperitivo, con cui Chef Saulo Della Valle, con l’aiuto del sommelier Enrico Fusini, ci ha portato nel mondo E LE MENTI (@elementisaulodellavalle), marchio registrato che seleziona le migliori produzioni locali artigianali di assoluta eccellenza, aggiungendo unicità e sperimentazione. Segnaliamo, in particolare, il liquore al cappero salato del Garda, “Che Cappero!”: sorprendente.

Abbiamo degustato il vino ROSA Ancestrale, vino frizzante rosato con produzione ancestrale senza chiarificazione né filtrazione: un gran bel bicchiere per i tramonti estivi.

Il percorso è stato un viaggio nella mente di Saulo: cibi e sapori accostati, a nostro parere, molto bene con grande carisma e coraggio. Le sei portate hanno spaziato dal mare alla montagna, dal lago alle pianure.

Segnaliamo in particolare: l’antipasto, un’elegante tartare di ricciola, fragole, salsa di rabarbaro con polvere di cioccolato bianco (un coraggioso e riuscito abbinamento); coregone cotto in olio cottura, capperi e limoni gardesani con alla base una schiacciata di patate e spinacini. Un piatto che l’osteria offre ai suoi ospiti dal 2013 e che a nostro avviso non mostra affatto il tempo trascorso. Si presenta con freschezza e modernità. Al gusto è sapido ma equilibrato dalla dolcezza del pesce e delle patate. La chicca: la foglia di cappero che dona carattere e unicità.

Una menzione speciale va ai bottoni di pasta fresca con ripieno liquido di cozze, latte di cocco e zenzero, serviti con crema di melanzana e olio al pomodoro. Questo piatto è certamente, a nostro avviso, il trampolino per la stella che i Della Valle e Osteria H2O meritano.

E ancora il sugo alla coda di vitello, il coniglio in porchetta servito con friggitello e peperone crusco.

Il dessert è una vera e propria poesia: una meringata con alla base ananas fresca, al centro un sorbetto di Mango e Passion Fruit, tutto coperto con una spuma al cocco e meringa: effetto wow!

Il sommelier ha abbinato: Champagne Blanc de Blancs – cantina Vazart Coquart & Fils, Concori Toscana bianco – Podere Concori, Sentieri 2020 – Vigneti Massa.

Possiamo concludere questo viaggio con la certezza che certamente, ogni qual volta dovessimo passare in zona, non potremmo non fermarci a degustare e chiacchierare di nuove scoperte con il Patron di Osteria H2O. A presto rivederci.

Giulio Restaurant: design e territorio

a cura di francesco_di_gaetano

Giulio Restaurant è un elegante locale che si trova a Valdassano, una piccola e tranquilla frazione di Rocchetta e Croce, situata nella valle dei monti Trebulani.

Lo chef e titolare Giulio De Biasio dopo aver collaborato con importanti chef del territorio quali Giuseppe Guida *Michelin con il ristorante “Antica Osteria Nonna Rosa” , Andrea Migliaccio **Michelin con il ristorante “L’Olivo” e Nino Costanzo **Michelin con il ristorante “Dani Maison”, decide di aprire una sua attività assieme alla moglie Alessandra Zona che dirige la sala, investendo sul suo paese di origine.

Il disign dell’ambiente è raffinato e curato nei minimi particolari, dalla scelta dei colori fino all’arredamento, minimal ma d’effetto.

L’offerta gastronomica del ristorante tende a valorizzare i prodotti del territorio in chiave innovativa, giocando sui contrasti tra i sapori ,coninvolgendo il commensale in un’esperienza culinaria alternativa che suscita curiosità.
Passiamo alla presentazione del percorso degustazione :

Aperitivo con spumante Extra dry con pani prodotti dallo chef ( tra cui focaccia con cipolle rosse, pane al finocchietto e olive nere)
Entrè: Pancia di maiale con pelle croccante, crema di patate e salsa al finocchietto.
Antipasto:Arancino di riso con fondo di anatra ,crema di piselli, caffè e granella di amaretti.
Primo:Mezzi paccheri ragù di maialino e peperoncini verdi

Secondo:Brasato di manzo su crema di patate, con scarola e riduzione al pallagrello nero.
Dolce:Cremoso alla ciliegia su fondo di frutti rossi con croccante al cioccolato
Cremoso al caffè con caramello, croccante alle mandorle e chicchi di caffè tostato.

Abbiamo scelto di abbinare al menù un aglianico del taburno Docg Villa Iannella 2017, rosso rubino con riflessi granata, all’olfatto intenso e persistente, floreale (violetta) fruttato (frutti rossi maturi, confetture di mirtilli, ciliegia sotto spirito) e speziato (liquirizia e cacao). Dotato di una buona complessità, il sorso è pieno con un finale lungo e fresco.

Alla fine del servizio è stato un piacere conoscere lo chef e confrontarci con lui riguardo il suo progetto futuro, ci ha trasmesso tanta passione, e speriamo che possa raggiungere tutti i suoi obiettivi.

ASSETATI – ENOTECA & WINE BAR, il mondo del vino in un calice ad Asti

a cura di Chiara Trò (@calicivagabondi)

Nel mio vagabondare per il Piemonte, oggi vi voglio raccontare di un’enoteca un po’
diversa dal solito. Già dal nome mi è piaciuta tantissimo… si chiama “Assetati – Enoteca & wine bar”. L’idea nasce da Liuba ed Omar che, nell’agosto 2021, decidono di aprire il locale che gestiscono con grande passione e professionalità.

Non si tratta di una semplice enoteca dove si compra solo vino. Al piano terra si trova la zona di vendita, ma nella saletta di sopra, con un design raffinato e moderno, si può degustare un’ampissima scelta di vini al calice, punto di forza degli Assetati, accompagnando la degustazione ad alcuni piatti tradizionali piemontesi e ad altri rivisitati ed innovativi.

Liuba ed Omar organizzano periodicamente interessanti eventi con degustazioni alla cieca, le serate “Assetati Discovery”. Si tratta di 12 vini degustati alla cieca accompagnati da quattro piatti creati appositamente per l’occasione da Chef del territorio piemontese. Il clima che si respira in queste serate è molto piacevole e sono condotte con grande garbo e professionalità.

L’ultima volta in cui ho pranzato da loro ho assaggiato lo Chardonnay della famosissima cantina Gaja di Barbaresco e un Gattinara 2018 di Nervi-Conterno accompagnandoli, rispettivamente, ad un piatto di insalata russa e ad un piatto di carne cruda piemontese.

Gaja è stato uno dei primi ad impiantare Chardonnay nelle Langhe. Io ho degustato il Langhe DOC “Rossj Bass” nome che deriva da Rossana, secondogenita di Angelo Gaja; Bass sta ad indicare, invece, che si tratta dei filari più bassi. Di colore giallo paglierino, esprime piacevoli note agrumate e di fiori bianchi. È un vino estremamente elegante e raffinato, con un piacevole finale fruttato e persistente.

Il secondo assaggio è stato un Gattinara DOCG della cantina Nervi-Conterno del 2018. Il Gattinara DOCG è ottenuto da 100% Nebbiolo ma localmente viene chiamato Spanna.

Conterno, storica e famosa cantina delle Langhe, nel 2018 ha acquistato la cantina Nervi di Gattinara.

Rosso rubino scarico con leggeri riflessi granati, si apre su sentori fruttati di prugna e ciliegia per poi passare a note speziate. In bocca è strutturato, morbido ed elegante. I tannini sono presenti ma non sono invasivi. 

Questo locale è diventato un mio punto di riferimento non solo per trascorrere delle ore serene ma anche per scoprire sempre nuove realtà vitivinicole.

Assolutamente consigliato per chi si trova ad Asti!!

Agape: un rito di gusto e di famiglia

La nostra esperienza all’Agape si sostanzia in sole due parole che assumono però un significato di ampio respiro e intriso di emozioni: “gusto” e “famiglia”.

L’Agape è una famiglia, non solo perché alla guida in cucina ed in sala vi sono i due fratelli (rispettivamente) Gabriele e Gianna Piscitelli. “Famiglia” anche perché l’esperienza (per noi) a cena ti fa sentire come se fossi in famiglia, nonostante, quella che a primo acchito può apparire quale “formalità”. Il servizio accompagnato dalla discreta Gianna Zaino e tutto lo staff chiudono il grande cerchio della famiglia Agape.

La location del (settecentesco) Palazzo Viscardi è di grande gusto, essenziale nella ristrutturazione e nel vettovagliamento, ma che rimanda alla storia e rappresenta proprio l’ingresso al borgo di Sant’Agata de’ Goti.

E sulla scia del gusto, non possiamo che ricordare con emozione il percorso che abbiamo intrapreso nella cena all’Agape. Se il termine “agape” rimanda ad un banchetto rituale del culto della divinità induista Mitra, allo stesso modo richiama al significato più puro e romantico di “amore smisurato, immenso”.

Beh, nei piatti che ci hanno accompagnato nel cammino Agape, abbiamo ritrovato tutto l’amore per il gusto, per il buon cibo, per il prodotto e le materie prime, per gli abbinamenti vino-cibo. Al contempo abbiamo ritrovato la fusion del cibo italiano con quello della tradizione asiatica, ad esempio.

A fare da cappello a questa serata, “umilmente” indimenticabile, c’è sicuramente il piacevolissimo incontro-dialogo con Gabriele. La tradizione di famiglia lo ha certamente portato a prendere le redini in mano, coadiuvato dalla sorella Gianna, dell’eredità culinaria familiare. Ma a questo, ha aggiunto il suo essere, quello più intimo e privato. Se avessimo dialogato prima della cena con Gabriele, ci saremmo fatti trascinare più dalla storia che dai piatti. Invece, il parlarci al termine della cena, ha solamente confermato tutte le emozioni che abbiamo ritrovato nei piatti. La sua storia personale, le sue paure per il futuro, il suo passato, si rivedono in quei piatti.

Con emozione abbiamo ascoltato parte della sua storia. La cosa che ci lascia senza parole, oltre alla bontà e alla qualità del cibo, è che le sue parole traspaiono senza ombra di dubbio nei piatti, anzi, nell’intero percorso enogastronomico che ci è stato proposto.

Ecco, allora, che il gusto si unisce alla storia. La storia rappresenta la famiglia. Agape è gusto e famiglia, nel senso più alto di entrambi i termini.

In questo articolo, non vogliamo soffermarci sui singoli piatti perché riteniamo che ognuno di essi possa rappresentare un’emozione diversa per ciascuno di noi. Le foto parlano da sole. Vogliamo solo che anche chi legge possa riuscire ad avere delle importanti sensazioni emotive percorrendo un’esperienza da Agape.