I due Ghiottoni da Mustafà

WhatsApp Image 2016-08-22 at 15.20.08


MUSTAFÀ non delude le aspettative, nonostante proprio lui sia venuto a mancare. La mancanza sua personale, certamente, si fa sentire. Ma la sua essenza e presenza sono “garantite” dalla freschezza del pesce e dal gusto immancabile in ogni piatto.

Non possiamo parlare di un ristorante “chic”, ma la “ristrutturazione” lo ricorda e vuole avvicinarsi. Non possiamo parlare di un ristorante “di nicchia”, ma i suoi piatti (forse), caratterizzati da qualità e “moderna tradizione” li superano. MUSTAFÀ: un nome storico che si rinnova e guarda al futuro. MUSTAFÀ, certamente, non delude neanche chi si ricorda del suo glorioso passato, di chi l’ha vissuto. Un passato che trova tutte le conferme nel presente.

Non ci possiamo aspettare, come accennavamo prima, cucina gourmet. Ma, in realtà, se andiamo da MUSTAFÀ non la ricerchiamo affatto. Anzi, desideriamo ardentemente la tradizione di un tipico ristorante di mare. Desiderio appagato in modo eccellente, nonostante (se proprio volessimo evidenziare il pelo nell’uovo) un personale non da grandi brigate. Ma a loro va la mansione di esperienza e di praticità, che, solo un locale come MUSTAFÀ, ti sa donare. Un personale capeggiato dall’austera presenza di altrettanti due esperti “maitre” che tengono i ritmi, molto serrati e veloci, di un ristorante già “sold-out” dalle 19.00. Maitre (o, più villanamente, responsabili di sala) che, comunque, trovano un posticino per sistemare quattro persone, raccomandando un servizio di durata limitata viste le prenotazioni del turno successivo, sullo “chalet” che affaccia direttamente sul mare.

Non possiamo non soffermarci sui piatti servitici. Ma non possiamo esprimere a parole quanto si è gustato dal vivo. Quindi, il consiglio principe è quello di andare da MUSTAFÀ e semmai farvi consigliare, come abbiamo fatto noi.

Abbiamo cominciato con un antipasto “della casa”. E possiamo subito affermare “e che casa!!!”. Bruschette, crocchette di patate rigorosamente artigianali (fatte a mano). Insalata di polpo, dove la parola “fresco” si “stabilizza” e caratterizza tutto il servizio. Crudo di gamberi su letto di rucola con scaglie di parmigiano: piatto fantastico, unione di gusti unica. Buonissimo. Ma, ancor più buoni e sorprendenti, i calamari gratinati al forno. La gratinatura gustosissima e unita benissimo ai “tondini” di calamari. Sui primi non ci sono dubbi: spaghetti a vongole. Non ci deludono. Come non ci deludono i “paccheri con rana pescatrice”, molto ben conditi. Non potevamo chiudere così la serata. Dovevamo farci servire una immancabile grigliata di pesce spada e calamaro. Si scioglievano in bocca. Allo stesso tempo, per forza di cose, c’era da ordinare, nella più tradizionale (anche se mai banale) delle ordinazioni a ristorante, scegliere anche una frittura di calamari e alici. Davvero, confermiamo quanto ci è complicato, riuscire ad esprimere a parole la bontà che racchiudevano questi piatti. Il dolce -è proprio il caso di dirlo- ha rappresentato la “ciliegina sulla torta”. Pistacchio e cioccolato fondente il primo tortino assaggiato, l’altro una ricotta e pera sublime, anch’essa non scontata. Sul conto non ci soffermiamo perché più che giusto (anzi!).

A fare da sfondo, come già accennato, il “porticciolo” di Seiano (Vico Equense), con un tramonto dai colori rilassanti. Vocio di vari dialetti italiani e lingue straniere completavano questo quadro dalle sfumature intense. Un quadro in cui l’Italia e, in particolare il Sud, venivano rappresentati tutti. Anche con i propri difetti. Ma con l’immenso pregio dell’enogastronomia, tipica e inimitabile.

A completare questa “opera d’arte” (non volendo esagerare ma proprio perché c’è anche imperfezione facciamo riferimento ad un’opera d’arte) vi è il restyling effettuato all’interno: moderno ma pregno di una tradizione intramontabile. A partire dai bagni (rinnovati e ammodernati). Come pure l’arredamento. Ma la simbologia essenziale resta, “irremovibile”, quasi a coprire e a proteggere gli ospiti-commensali: le (non così tanto banali, almeno come sistemate e in quel contesto) reti da pesca, in rappresentanza di quel bellissimo mare su cui affaccia MUSTAFÀ. Quel mare che trasmette, attraverso, appunto, le reti, l’unione e la sinestesia di profumi, gusti e “dipinti” del mediterraneo. Quelle reti che ci catturano e ci fanno restare affascinati da quelle “emozioni gustative” protagoniste dell’esperienza vichese. Quella rete che ci catturerà e ci segnerà, quasi a modello, per le prossime degustazioni “marinare”.

I due Ghiottoni


Ristorante Pizzeria Mustafà

Marina d’Equa, Via Marina d’Equa, 4

80069 Vico Equense (Na)

Tel & Fax +39.081.802.86.02

sito web: http://www.ristorantemustafa.it

I due Ghiottoni all’Antica Osteria Marconi

antica_osteria_marconi

Quando la intravedi (dal di fuori) delude un po’ le aspettative. Ma ben ti fa sperare l’accozzaglia di adesivi sfoggiati in bella vista sulla porta di ingresso che rendono la “Antica Osteria Marconi” la miglior pluri-adesivata italiana. Ma, ancor meglio speri, entrandovi, ritrovando un caloroso ed accogliente ambiente che unisce l’antico al moderno, i colori pastello ai colori accesi. Come accogliente è chi, seduto dietro alla scrivania-cassa, ti saluta, ma, soprattutto, colui il quale ci accompagnerà nel servizio di questa giornata potentina inaspettata.

Di una cosa subito ci pentiremo: non possiamo bere vino perché subito dobbiamo rimetterci in viaggio.

Il responsabile di sala, dal tipico accento lucano, oggi anche cameriere, ti fa scegliere liberamente il tavolo (prenotato solo qualche ora prima) tra interno (raffreddato da qualche ventilatore da terra) e porticato esterno (raffreddato dalla speranza di un fresco agoniato). Stranamente il locale alle ore 13.00 è ancora vuoto. Ma non ci lasciamo ingannare dalle apparenze. Subito dietro di noi, infatti, un’altra coppia (a dire il vero un po’ spaesata) si accomoda a un altro dei tavoli liberi. Noi scegliamo un tavolo all’aperto sperando in una frescura che ci faccia riprendere dai 35 gradi estivi. Porticato quindi, che affaccia direttamente in un (mini) giardino che alimenta oltremodo la speranza di frescura.

A distrarci dall’onnipresente pensiero, eccoci presentato il menu, di cui immediatamente ci vengono segnalati gli ammanchi di giornata. Un menu (apparentemente) chiaro che si apre con una brillante pagina di vari “menu degustazione”, con prezzi non bassissimi, ma, data la “spasa” di adesivi “Michelin”, ci stanno tutti. Una discreta, come giusto che sia, scelta di antipasti (con i dovuti ammanchi, proprio quelli tipici lucani), quindi i primi e i secondi. I dolci non vengono segnalati (ma forse sarà stata nostra distrazione, visto che da quel caldo il porticato non ci salva).

Decidiamo per due menu degustazione, ma sorge il primo “inghippo” derivante dal fatto che, eventualmente questi venissero scelti, dovevano essere ordinati per un tavolo completo e con uguali pietanze scelte (ecco come si fanno i menu degustazione). Optiamo, allora, per singoli piatti che, a onor del vero, accontentano anche piccoli cambi derivanti da cibi non graditi o allergenici. Nell’attesa, il buon maitre dal tipico accento lucano, ci presenta dell’ottimo pane da “inzuppare” in un’olio altrettanto lucano, a tratti “pungente”, ma buonissimo. L’unione dei due gusti fanno dimenticare il caldo e il piccolo malinteso (per nostra distrazione perché ben indicato in menu) sulla scelta obbligata. Successivamente (arrivano intanto anche altre coppie) lo chef ci da il benvenuto con un piccolo (ma davvero piccolo) fingerfood davvero sublime: un cestino composto da una crema di barbabietola con acciuga e mentuccia. Il gusto appagava la “mancanza di quantità” cui solitamente siamo abituati. Come l’ottimo pranzo ci appagava della stanchezza per i molti chilometri per raggiungere l’antica osteria. Ricordiamo con piacere l’antipasto di crudo di gamberi e salsa di lampone e mandorla (piatto cui va la nostra mansione speciale e scelto per la foto di copertina di questo articolo), come pure la pasta fresca con salsiccia, asparagi e menta, e l’ottimo secondo, composto da filetto di salmone grigliato con una particolarissima insalatina al gin.

I dolci hanno certamente contribuito a decidere di segnalarlo sul nostro blog: l’ottima cassatina scomposta e l’eccellente crema di ricotta e mandorle.

Dovendoci rimettere in viaggio, meritavamo un buon caffè tipico lucano, ma non ci aspettavamo un’alzatina di mini patisserie nell’attesa. Una piacevole sorpresa, gustosa, senza pari, quindi, che ci ha fatto glissare sul fatto che a Potenza, capoluogo di regione, i bar (e i negozi) fossero tutti (o quasi) chiusi anche in piena estate e di domenica. Quello che non ci ha fatto tanto glissare è stato certamente il prezzo, pur tenendo ben presente l’ottima qualità delle materie prime, l’eccellente presentazione dei piatti, il servizio, con il particolare maitre dal tipico accento lucano.

I Due Ghiottoni

ANTICA OSTERIA MARCONI

Via G. Marconi, 233, 85100 Potenza

tel. 0971 56900 – email info@anticaosteriamarconi.it

sito web: www.anticaosteriamarconi.it